
Diversi scavi archeologici hanno portato alla luce i cosiddetti graffiti di Pompei, anche noti come tituli picti. Si tratta di vere e proprie scritte, disegni e altre espressioni artistiche che adornavano i muri della città campana per dare voce a chi viveva ai margini della società o non era adeguatamente rappresentato dai gruppi politici dell’epoca.
Riscoprire i graffiti di Pompei è estremamente importante, poiché sono una testimonianza di quanto la vita e la società antiche non fossero poi così dissimile da quelle attuali. C’erano infatti minoranze, pochi diritti per le donne e parti scontente dei propri governanti. Tale parallelismo ha ispirato un progetto intitolato: ”A Monument A Ruin”.
L’iniziativa è frutto di una stretta collaborazione tra Cassandra Press (nota piattaforma editoriale fondata dall’artista Kandis Williams), il Parco Archeologico di Pompei e CIRCA. I tre enti hanno infatti ritenuto interessante mostrare al mondo un confronto tra i tituli picti dell’epoca pompeiana con i moderni graffiti.
Ciò serve a sottolineare come questa antica forma d’arte non sia cambiata più di tanto nel corso dei secoli, divenendo un mezzo per “fotografare” epoche all’apparenza così differenti eppure tanto simili. Già da inizio febbraio tali paragoni sono visibili su alcuni schermi posizionati in otto città in tutto il mondo tra cui: Londra, Milano, Los Angeles, Melbourne, Seoul, Tokyo e New York.
Quando i graffiti di Pompei vennero scoperti ci fu grande stupore e meraviglia fra gli archeologi. Ciò è dovuto al fatto che prima di allora non si erano mai osservate rappresentazioni tanto significative e fortemente politicizzate. Tra i messaggi e i disegni rinvenuti molti hanno a che fare con la politica dell’epoca e sono per lo più slogan e propaganda.
Tuttavia, vi sono anche messaggi derivanti da gruppi di minoranza come le donne, gli schiavi e altre classi sociali poco valorizzate all’epoca. In questi casi si tratta di veri e propri sfoghi della gente comune dettati dalla frustrazione, esattamente come avviene coi murales moderni (il più delle volte).
Insomma, la scoperta è cruciale per la ricerca storica, poiché immortala l’immagine di una società complessa e non legata esclusivamente ai giochi di potere o agli eventi storici più conosciuti. Una reale “finestra” su un’altra epoca che può aiutare l’uomo moderno a capire meglio anche l’attualità.
Chi fosse interessato a visionare le splendide comparazioni, può farlo in una delle città sopra elencate fino alla fine del corrente mese. Lo schermo di Milano si trova in Piazzale Cadorna.