Il primo ottobre scorso ci ha lasciati Antonio Inoki, il leggendario wrestler giapponese che ha reso grande la federazione nipponica traghettandola verso la modernità. In molti lo ricorderanno per le sue apparizioni nell’anime degli anni’80 sempre a tema wrestling “L’Uomo Tigre”, serie dedicata alle avventure di un altro combattente dell’epoca conosciuto con lo pseudonimo di Tiger Mask.
Il suo vero nome era Kanji Inoki e nasceva a Yokohama nel 1943. Dopo la guerra la famiglia fu costretta a trasferirsi in Brasile per cercare fortuna, ed è qui che il giovane e prestante Antonio Inoki conobbe quello che diventerà il suo maestro e mentore: il leggendario campione di wrestling giapponese Rikidozan.
Il campione rimase colpito dalle doti fisiche ed atletiche del robusto giovanotto e decise quindi di riportarlo in patria e di prenderlo sotto la propria ala protettrice. Nel dicembre del 1960 ottenne il suo primo incontro nell’allora Nihon Puroresu Kyōkai, ma nonostante la sconfitta non si perse di morale e continuò ad impegnarsi duramente.
Dopo qualche tempo formò un’alleanza con Giant Baba e due divennero noti come uno dei più forti tag team dell’epoca col nome di Cannone BI. Dominarono il ring fino al 1972 quando decisero di separarsi e prendere strade diverse. Questo è il punto di svolta per Inoki che, dopo lo scioglimento della federazione a cui apparteneva, decise di fondarne una tutta sua.
Nacque così la Shin Nihon Puroresu (nota a livello internazionale come New Japan Pro-Wrestling o NJPW) e attualmente ancora la più importante federazione di wrestling giapponese. Il ruolo di Antonio è stato fondamentale per la sua affermazione, soprattutto grazie alle sue innate capacità imprenditoriali.
Lo si può considerare a tutti gli effetti il Vince McMahon del Giappone (per chi conosce il wrestling americano e la WWE), dotato di grandi idee rivoluzionarie e abilità di marketing uniche. È proprio a partire dagli anni ottanta che si occupa di promuovere la propria associazione in serie televisive, anime, manga, show e qualunque altro canale gli venisse in mente.
Ha ospitato grandi campioni internazionali, come Mohammed Ali e Hulk Hogan (che ha visto la sua carriera ascendere dopo la vittoria proprio contro Inoki), arrivando a fare conoscere la NJPW in tutto il mondo. Ha continuato ad occuparsi della dirigenza fino al 1998, oltre ad essere eletto deputato nella Camera dei Consiglieri del Giappone nel 1992, 1995 e nel 2013.
L’ultimo anno tuttavia è stato il più duro, in seguito alla scoperta di una malattia cardiaca incurabile, contro cui ha comunque tirato fuori tutto il suo famoso spirito combattivo. Ne è uscito vittorioso anche se pesantemente debilitato, ma rimarrà per sempre uno dei più grandi eroi per tutti i giapponesi e non solo.