Recentemente Netflix ha rilasciato un’interessante serie TV nominata High Score. Si tratta di un documentario a puntate dedicato interamente alla nascita, all’evoluzione e alla storia del videogioco come medium. Il linguaggio semplice e diretto la rendono interessante non solo per gli appassionati del genere, ma anche per una platea più ampia che vuole approfondire l’argomento pur non conoscendolo.
High Score narra nel dettaglio (ma senza scendere in tecnicismi noiosi) le peripezie, gli avvenimenti, i successi e i fallimenti, che hanno contribuito a rendere il mercato videoludico l’enorme business che è ai giorni nostri. Un viaggio interessante, ricco di umanità, che parte dagli anni’70, passa per il boom degli anni ’80 dei cabinati arcade, fino a giungere alla comparsa delle prime console da casa e alla suddivisione dei generi negli anni’90.
In 6 puntate il narratore (che in lingua originale è niente meno che Charles Martinet, la voce americana di Super Mario), accompagna gli spettatori attraverso idee rivoluzionarie, flop clamorosi e crisi del mercato, per illustrare come il videogioco è cambiato nel corso del tempo. La parte più intrigante è notare che dietro questo medium ci sono tantissime persone, uomini e donne, che hanno visto in semplici stringhe di codice la possibilità di creare una vera e propria arte.
La durata media di una puntata è di circa 30 – 40 minuti, il che rende la visione particolarmente piacevole e assolutamente non pesante. Interessante anche la scelta di piccoli cliff hanger alle fine di ogni episodio con cui vengono introdotti gli argomenti del successivo.
La serie, che prende il nome dal punteggio finale che si otteneva dai vecchi videogames arcade, è pensata sia per gli appassionati ma anche per i neofiti del medium. Il suo obiettivo non è solo quello di riportare i maggiori avvenimenti storici nell’evoluzione del videogioco, ma mostrare quanta empatia, amore e impegno ci siano dietro allo sviluppo di ogni titolo.
Il pregio principale di High Score è quello di affiancare alla storia anche le esperienze di ragazzi e ragazze che con tale medium sono cresciuti, imparando ad apprezzarne l’arte e, soprattutto, trovando in esso un rifugio temporaneo per sfuggire alla realtà.
Capire come e perché i videogiochi siano divenuti ciò che sono oggi, è di grande aiuto per comprendere come il mercato potrà evolversi e quale potere possano avere alcuni titoli nella formazione di un individuo. Un piccolo capolavoro di cui speriamo venga annunciata una seconda stagione!