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Wonder Woman 1984: un film femminista?



Wonder Woman 1984 è stato annunciato durante lo scorso DC FanDome, l’evento per tutti gli appassionati dell’universo fumettistico targato DC Comics. Il nuovo lungometraggio dedicato alla regina delle amazzoni con protagonista Gal Gadot, è un sequel diretto del primo film che l’ha vista vestire i panni della supereroina.

 

Anche le donne possono essere villain temibili

Come nel primo lungometraggio, anche questa nuova iterazione sembra voler portare sul grande schermo un messaggio fortemente femminista. Se il primo capitolo era incentrato sulla figura di Diana Prince, esaltandone la forza sia fisica ma soprattutto morale, il secondo vuole sottolineare ulteriormente il concetto di “pink power”, presentando una “cattiva” di tutto rispetto: Cheetah.

Interpretata dalla bravissima Kristen Wiig, viene introdotta come una ragazza comune, disillusa dalla società e frustrata per non essere mai riuscita ad ottenere niente di concreto nella propria vita. I capelli crespi, le occhiaie e lo sguardo folle, sottolineano questo profondo disagio destinato a trasformarla in un’acerrima nemica per Diana.

In Wonder Woman 1984, infatti, la super eroina figlia di Zeus è diventata a tutti gli effetti il principale difensore dell’umanità dalle minacce di natura sovrannaturale. L’animo buono e gentile della protagonista, trova quindi un bilanciamento perfettamente opposto nella follia e nella spietatezza di una villain donna che ne diventerà la nemesi.

A muovere i fili dietro Cheetah, tuttavia, c’è Max Lord (interpretato da Pedro Pascal), figura misteriosa e potente che contribuirà a trasformare (sia mentalmente che fisicamente) la ragazza frustrata in una versione mostruosa di sé. Un’eroina mancata, convertita al male, che non si farà scrupoli per raggiungere i propri obiettivi.

 

Il femminismo sano di Wonder Woman 1984

Il concetto di femminismo su cui anche questo sequel sembra voler puntare è uno di quelli sani, che esalta realmente le qualità delle donne, senza sfociare nell’assurdo. Sarà molto interessante scoprire come saranno strutturate le interazioni e i dialoghi fra le due figure femminili su cui ruota l’intera trama.

Da una parte la massima esaltazione della donna gentile e forte, dall’altra la cattiveria nata dalla debolezza e dalla frustrazione, originate da una società fortemente maschilista. Una sorta di due lati di una medesima medaglia, con lo scopo di lasciare intendere che anche le donne sanno essere villain molto pericolosi (ruolo di solito rivestito dagli uomini).

Non rimane dunque che attendere l’uscita del film nel 2021, sperando che dopo il rinvio di Luglio e quello di Ottobre, si riesca finalmente a stabilire una data certa.




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